Harley-Davidson VR 1000 stradale

CONTEMPLAZIONE

/con·tem·pla·zió·ne/

sostantivo femminile

Insistenza prolungata dello sguardo o del pensiero su una fonte di meraviglia o di ammirazione.

Questa è la reazione che suscita in noi questo esemplare di VR 1000 stradale. L’avevamo sempre solo immaginata contemplando pagine patinate di 30 anni fa e trovarsela davanti in “carne e ossa” è un’esperienza indimenticabile.

La superbike di Milwaukee, la più rara e irrazionale Davidson di sempre; come lei ne sono stati prodotti solo 50 esemplari a partire dal 1994 per ottenere l’omologazione al campionato americano AMA Superbike.

La race replica per uso stradale che non è mai stata ufficialmente proposta al pubblico ma poteva essere ordinata direttamente alla casa madre con un prezzo di vendita di 49.000 Dollari.

Anacronistica fin dalla nascita per le sue forme morbide e abbondanti che si discostavano dalle linee avveniristiche delle sue rivali di metà anni 90, basti pensare alla rivoluzione stilistica della Ducati 916 disegnata da Tamburini; la VR 1000 ancora oggi pare sospesa nel tempo perchè unica.

Si osserva la carena in fibra di carbonio colorata in arancio e nero e non si può che ammirare lo sforzo di Harley per realizzare qualcosa completamente opposto alla filosofia aziendale ma che fosse fortemente legato ai valori del marchio.

Con le sue sorelle di Milwaukee condivide solo il numero di cilindri, il bicilindrico della VR è un DOHC water cooled da 61 pollici cubici progettato da Erik Buell partendo dalla geometria del propulsore Cosworth BDG.

Carter in magnesio, frizione a secco, 116 CV imbrigliati in una motocicletta di 195 Kg.

Talmente esclusiva da non poter essere nemmeno immatricolata in patria, nel 1994 H-D non ha tempo di attendere il nulla osta dalla motorizzazione statunitense e omologa i 50 esemplari stradali in Polonia.

Noi di Reparto Sportivo siamo sempre stati attratti dalle Davidson “sbagliate”, affascinanti proprio perchè controverse e coraggiosamente distanti dai canoni che ci si aspetta dalle belle di Milwaukee, nessuna può vantare una storia breve ma intensa come lei, nata per correre, anche più veloce dei pregiudizi.

E’ stato un onore averla con noi e rimane una delle Harley-Davidson più importanti che abbiamo avuto il piacere di gestire.

Scritto da Corrado Ottone.

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